Questi dolcetti giapponesi soffici e golosi si chiamano Dorayaki, senza glutine ovviamente! Si preparano in padella in una manciata di minuti.
Questi celebri dolcetti giapponesi, lo snack preferito del simpatico gattone amico dello sfaticato Nobita, sono composti da due strati di sofficissima pastella cotta in padella che racchiudono un cremoso ripieno di marmellata di fagioli o, nel mio caso, di vellutata crema di nocciole. Una golosissima coccola da concedersi per colazione in un felice giorno di festa.
Per realizzarli occorrono:
- 2 uova
- Un cucchiaino di estratto di vaniglia
- 70g di zucchero
- 70g di farina di riso
- 20g di fecola di patate
- 10g di amido di mais
- Un cucchiaio di miele
- Mezzo cucchiaino di lievito per dolci
- Crema di nocciole q.b.
Sbattete le uova con lo zucchero, il miele e l’estratto di vaniglia. Unite le farine e gli amidi setacciati insieme al lievito. Lasciate riposare la pastella in frigorifero per 15/20 minuti.
Ora, cuocete i vostri dorayaki senza glutine.
Ungete leggermente un padellino antiaderente e riscaldatelo su fuoco alto. Quando sarà ben caldo, abbassate la fiamma e versate un paio di cucchiai della vostra pastella. Aspettate circa un minuto, o comunque fino a quando non compariranno delle bollicine lungo tutta la superficie della frittella.
Delicatamente, fate scorrere una spatola sotto la frittella, sollevatela e capovolgetela. Proseguite la cottura per un altro minuto o comunque fino a doratura. Proseguite fino ad esaurire tutto l’impasto: con queste dosi dovreste ottenere otto frittelle piccole.
Se volete una guida, ho trovato questa molto utile.
Quando sono tiepidi, ma maneggiabili, farcite i vostri dorayaki senza glutine con abbondante crema di nocciole o con la vostra marmellata preferita e servitele con una spolverata di zucchero a velo.
Non so se dalla foto si intuisce, ma la consistenza di questi dorayaki senza glutine è molto soffice, a differenza, forse, delle classiche frittelle che tendono a rimanere piuttosto compatti. Attribuisco questa differenza alle farine impiegate, ma personalmente li preferisco così: si sciolgono in bocca!
